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Il baguazhang, o palmo degli otto trigrammi, è uno stile di gongfu cinese, ideato nella seconda metà dell' '800 da Dong Haichuan, capo delle guardie del principe Su nella città proibita, il quale sintetizzò e organizzò il suo ricco bagaglio marziale secondo i princìpi dello yijing - il "libro dei mutamenti" - un antico testo di divinazione e cosmologia.
Lo stile prevede l'utilizzo di tutte le tecniche caratteristiche degli stili cinesi - mano, piede, leva, proiezione, armi - ma predilige l'utilizzo delle tecniche a mano aperta abbinate a movimenti circolari e a spostamenti rapidi e cambi di direzione improvvisi. È uno stile "interno" che pone molta enfasi sul neigong, o "lavoro interno", allenamento volto a sviluppare la forza attraverso un'assetto posturale peculiare, caratteristico e funzionale alle sue tecniche e alla sua tattica, e che consente al praticante di esprimere potenza, flessibilità e adattabilità, in accordo appunto con i "mutamenti".
Questa forza "interna" pur essendo finalizzata al combattimento, dona al praticante salute e benessere, un vigore che ha le sue radici nello sviluppo delle energie sottili che secondo la visione medica cinese sottendono ai meccanismi fisiologici del nostro essere: jing, qi, shen - vitalità, soffio e spirito.
L'allenamento del baguazhang richiede passione, costanza e pazienza; i suoi princìpi sono molto semplici, derivano dall'osservazione della Natura e si accordano alle sue leggi, secondo la visione del taoismo; essi si disvelano da sè, ma unicamente attraverso la pratica assidua, come recita il Laozi infatti: "Il Dao che può essere raccontato, non è il vero Dao."
La pratica del baguazhang così intesa e tramandata, attraverso lo studio delle tecniche del combattimento, l'allenamento della forza "interna" e l'approfondimento dei suoi princìpi teorici rispecchia pienamente l'essenza del gongfu tradizionale cinese: marzialità, benessere, cultura.
mercoledì 7 luglio 2010
Ad ottobre, Beijing!
Manco dalla Cina da un anno e mezzo ormai. Non era mai accaduto negli scorsi 9 anni, dal gennaio 2001, quando decisi di andare a studiare baguazhang con quello che mi sembrava essere uno dei migliori Maestri di cui ero riuscito ad avere informazioni dall'Italia. Ricordo il freddo terribile di quell'anno - 18°C sottozero - ricordo il sapore amaro in gola dell'aria satura di fuliggine nera, in una metropoli di 15 milioni di abitanti riscaldata a carbone.
Più passa il tempo e più capisco la fortuna che ho avuto nell'imbattermi nel Maestro Sui, e nel cominciare questo viaggio di migliaia di km su di un cerchio di pochi passi di circonferenza, che non mi fa allontanare , soprattutto dalle mie convinzioni sul gongfu tradizionale, ma che allo stesso tempo mi porta sempre più lontano, verso una crescita virtualmente infinita.
Stiamo preparando il nostro primo viaggio a Pechino come scuola, e i ricordi volano indietro al 2001. Vedo negli occhi e nelle aspettative di qualche mio studente lo stesso sguardo carico ed emozionato che avevo io. So che anche loro proveranno quelle sensazioni che ingenuamente mi facevano pensare di vivere un sogno, come si legge dallo sguardo stralunato che appare nel video.
Il video riprende la cerimonia ufficiale con la quale il Maestro Sui accetta me ed altri studenti stranieri come discepoli, nella casa del Gran Maestro Li Ziming. Era l'estate del 2001 appunto, e la casa del Maestro Li Ziming di lì a poco sarebbe stata demolita insieme alle altre del vicinato per lasciare spazio ad una triste area commerciale. Ovvio, la casa in sè non era certo di pregio, nonostante fosse un vecchio dazayuan di Pechino, ma il valore sentimentale era inestimabile. Nel suo studio il Maestro Li aveva svolto le sue ricerche su Dong Haichuan e il baguazhang, ricerche che furono un buon punto di partenza per il lavoro del Prof. Kang Gewu. In quel cortile si sono incontrati Maestri della scorsa generazione, e allenati i loro studenti. Quella casa stessa fu la sede dell'associazione di baguazhang fondata dal Maestro Li, prima associazione di wushu dedicata ad uno stile soltanto.
Nel saloncino potete vedere numerose foto che ritraggono il Maestro Li, alcune con le sue nipotine. La piccola stanza dove si tiene la cerimonia è proprio il suo studio. Potete riconoscere l'altare coi ritratti di Dong Haichuan (l'unico e autentico mai dipinto), e di Liang Zhenpu, oltre ai tanti dipinti usciti dalla mano del Maestro Li.
Che i miei ricordi e la mia nostalgia possano essere un'ulteriore spinta per i miei studenti, nel proseguire nel solco di questa tradizione.
Ad ottobre, Beijing!
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2 commenti:
aggiornaaaa!!
pigrizia + semidepressione = impossibile.
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